Abrogazione del Lavoro Accessorio
Negli ultimi anni l’impiego dei voucher si è diffuso sempre più fino a riguardare un’ampia gamma di situazioni al di fuori dei limiti originariamente previsti dal legislatore al momento dell’introduzione di questa pratica. Di conseguenza, tenendo anche conto del referendum promosso dai sindacati sullo stesso tema, il governo ha deciso nel marzo 2017 l’abrogazione del lavoro accessorio.
L’obiettivo era consentire l’emersione del lavoro nero e all’inizio i voucher venivano utilizzati per specifiche categorie di soggetti (casalinghe, studenti, disoccupati da oltre un anno e pensionati) che svolgevano attività quali insegnamento, piccoli lavori agricoli, domestici e di giardinaggio a carattere straordinario. Il tetto massimo era di 3.000 euro, passati nel 2015 a 7.000 euro netti per ogni soggetto percipiente.
L’abrogazione del lavoro accessorio dal 17 marzo 2017 è avvenuta con effetto immediato, già a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della norma all’interno della Gazzetta Ufficiale. Per evitare di danneggiare i contribuenti e gli stessi committenti è stata prevista l’istituzione di un periodo cuscinetto della durata fino al 31 dicembre 2017. In questo arco di tempo si potranno impiegare i buoni voucher già emessi e richiesti dai datori di lavoro prima che il decreto di abolizione entrasse in vigore. Di conseguenza i committenti potranno rilasciare fino al periodo limite i buoni lavoro per il pagamento di un lavoro accessorio, sempre che ciò rientri nelle disposizioni indicate dalla legge precedente. Sempre entro il termine di questo periodo cuscinetto i soggetti che svolgono queste prestazioni d’opera straordinarie e che rientrano nelle categorie previste possono ritirare l’importo corrisposto presso l’INPS oppure le tabaccherie convenzionate. La scelta dipende dal luogo di emissione del buono lavoro stesso.
I Voucher
L’impiego dei voucher durante il periodo di transizione deve avvenire esclusivamente “nel rispetto delle disposizioni in materia di lavoro accessorio previste nelle norme oggetto di abrogazione”. Questo fatto sottolinea la mancanza di una disciplina alternativa che regoli il settore, sia per quanto riguarda il periodo di transizione che per la nuova regolamentazione di queste prestazioni di lavoro marginali. Proprio per andare incontro alle esigenze degli stessi contribuenti che possono sorgere l’INPS ha messo a disposizione degli stessi datori di lavoro un apposito servizio grazie al quale poter richiedere il rimborso dei pagamenti effettuati dai committenti. Si tratta di una soluzione diversa dalle ordinarie modalità che venivano utilizzate per recuperare i crediti derivanti dai voucher non utilizzati per il pagamento del lavoro accessorio.
Infatti viene previsto il totale rimborso di quanto versato a differenza di quanto accadeva in passato, quando era prevista una decurtazione della somma versata per l’acquisto dei buoni lavoro quando se ne chiedeva il ristoro.